Discendere sul cordone ombelicale che ci lega alla concatenazione dell’infinito

This is an illustration called “Goreal: We Are Merging And Disintegrating Together In The Wet Net Of Our Dimension” i made for one of my poems, i hope you dig it!illustrazione libro 2

 Ecco la poesia:

 

Piovono riflessi di vita nella strada,

trascinati a terra da un fiume che scorre sempre in senso contrario.

Scorie di essenze costruiscono laboriose

momenti afflitti da una gravità soggettiva,

negativi non ancora sviluppati di un campo profughi di organismi persi e salvati dal nulla.

 

Mentre cadono,

eternamente,

alcuni di loro si trasformano e contorcono in un qualcosa di finalmente tangibile,

in qualcosa di più di un semplice foglio statico a due dimensioni:

 

E sognano occhiali di corno di demone e capelli di luce mossi da benevole mani tremanti,

si stringono nello stringere fiduciosi vagiti imbevuti di amore,

si concedono all’animalesca voglia di un’oscurità ansimante,

diventando più che semplici presenze in un manto acquoso celato d’ombra;

si tramutano nel risveglio accecante di un’emozione,

in una vibrazione che percuote l’universo con la stessa maestosità di due anomalie solitarie,

che stanche di essere solo avide divoratrici di luce,

decidono finalmente di amarsi increspando il tessuto di seta di una notte carnivora.

 

 

Le ora piccole, ora vaste gocce delle loro realtà evaporano su di me,

sulla mia pelle di inutile astronomo di esseri umani,

incurvando la mia già fragile veduta sul mondo.

 

Davanti a me,

straordinarie lingue di metallo pascolano il gregge di case aiutate dal fuoco di piombo di antichi castelli,

prima che tutto si pieghi e rivolti urlando dall’interno verso l’esterno.

 

Sotto la facciata si trova un misterioso mare di punti incandescenti,

più oscuro di un’anima bagnata di petrolio e di morte,

ma luminoso come il sorgere di tutte le albe dell’uomo.

 

Ogni bit di materia nuota, sguizza,

e si guarda trasformare in ciò che non è,

in quello che sarà ma non potrà diventare,

mentre annega e riemerge in questo oceano concavo,

che contiene ed è contenuto,

che si collega,

precipitando in stesso,

a innumerevoli citoplasmi danzanti,

ed accarezza sapori di diverse realtà,

per un solo istante,

poiché si riscoprono uguali a causa dell’onorevole seppuku di ogni dinastia di luce .

 

Da ognuna di queste metamorfiche particelle di polvere si dipanano,

come saliva,

fiamme filamentose,

ancore di materia che si aggrappano al tutto,

e sostengono l’impalcatura di questo teatro scalcinato ed immenso,

dove recitiamo a memoria le nostre solide allucinazioni,

ma anche le paure dettate dall’ignoranza della nostra consapevolezza.

 

Queste stringhe vengono suonate e percosse dal vento inesistente del tempo,

e collegano tutti noi,

tutti loro,

in un unico ammasso gelatinoso di carne, energia e dolore,

che testardo si gonfia e risplende,

respirando e sfiorando incurante la radice immortale di un’esistenza di gelido inverno.

 

JaC

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